Ci siamo alzati regolarmente alle 6, chissà perché sebbene
fossimo stanchi
ogni mattina
ci siamo svegliati alla stessa ora. Il giorno prima avevamo preparato
quasi completamente le valigie prima di andare a letto perciò abbiamo
aspettato
con calma che la sala da pranzo fosse pronta ma quando sono venute
le 7
la sala era ancora buia.
Allora una ragazza è arrivata di corsa. Sì, questa
ragazza era la cameriera.
Dopo 15 minuti non
poteva ancora apparecchiare la tavola, quindi abbiamo rinunziato a mangiare
là,
e ortando le valigie
siamo andati alla reception.
Però anche
quella era chiusa.
Allora un signore è
venuto correndo. Sì, questo signore era l'addetto. Era
possibile che
quel mattino tutti
avessero dormito più del solito. Finalmente abbiamo potuto lasciare
in deposito
le nostre valigie.
Meno male che avevamo pagato il conto dell'albergo il giorno prima.
A 10 minuti di
cammino dal nostro albergo abbiamo trovato quello di M, ma prima al bar
vicino
abbiamo fatto colazione
in fretta e poi puntualmente alle 8 meno 10 ci siamo uniti con M.
Ho provato sollievo.
Le ho presentato mio marito e il nostro piccolo viaggio cominciato.
Arrivati alla
stazione Termini abbiamo preso lo stesso Inter-regionale delle 8.25 del
giorno prima.
La ferrovia corre nè
vicina nè lontana ma quasi parallela all'autostrada. In lontananza
si vedeva
qua e là qualche
città circondata da mura.
Un anziano signore
che si era seduto accanto a noi ci ha parlato; ha detto che mio marito
non sembrava giapponese
perchè aveva il naso alto. Mio marito era molto contento e
quando l'anziano sceso
dal treno l'ha aiutato.
Dopo un'ora e quaranta siamo arrivati a Chiusi. Dalla stazione
a Montepulciano abbiamo dovuto prendere l'autobus.
In esso mi sono goduta il salire e il scendere della gente
del luogo e la loro conversazione con l'autista
per circa 45 minuti.
Quando siamo arrivati alla destinazione di quel giorno, Montepulciano,
non sapevamo in quale parte della città fossimo quindi porgendogli
la pianta in giapponese
l'abbiamo chiesto all'autista, mio marito seguiva la scena stupito
ma l'autista ha cercato gentilmente il posto.
Subito abbiamo potuto trovare l'albergo di quel giorno
"Il Marzocco".
La nostra camera era abbastanza ampia e confortevole
e aveva una grande terrazza panoramica da cui
si dominava le colline della Toscana, invece quella di M
dava sulla strada.
Dopo un po' di riposo abbiamo fatto il giro della città
prima di tutto siamo
andati all'ufficio turistico per prendere la pianta della città
e
qualche informazione.
Questa città
è di forma allungata. Passata la Porta al Prato che sembra
una fortezza, una strada
l'attraversa da una parte all'altra
e lungo tale strada sono rimasti qua e là monumenti etruschi e
palazzi di stile diverso.
Su qualche palazzo c'era una targa ma alcune erano scritte in latino e
le altre erano un po' consumate
perciò non ho potuto leggerle bene.
In Piazza Grande c'era
il museo del vino sotto di cui c'era una cantina.
Questa città famosa
per il vino rosso che si chiama "Vino Nobile di Montepulciano".
Mio marito ed io non
ci eravamo interessati molto al vino finchè non abbiamo visitato
questo paese,
piuttosto non ci piaceva perchè
quello francese ci dava un'immagine di lusso. Ma in questa cantina
abbiamo potuto assaggiare alcuni
vini; tutti erano molto buoni, inoltre non erano tanto cari,
al punto che pensavamo di comprarne
alcuni. Ma invece di caricarci di un peso, abbiamo deciso di
assaggiare i vini tipici delle
città che avremmo visitato.
Girando per la città fino a sera, ce ne siamo ritornati all'albergo.
Avevamo per un grande problema.
Il giorno dopo saremmo dovuti andare a Montalcino ma
avevamo ricevuto dall'impiegata dell'ufficio turistico l'informazione
che la domenica non c'erano autobus per Montalcino.
Per trovare una soluzione a questo problema, la nostra discussione
è durata a lungo.
Per alleggerire il bagaglio il più possibile avevamo lasciato
la guida
nell'albergo di Roma e avevamo portato solo la piantina della Toscana.
La mancanza d'informazioni
ci provocava ancora più confusione. Pensando tutto quello
che
potevamo pensare, la nostra voglia
di andarci restava molto forte, alla fine la decisione fu coraggiosa
e irreversibile; "ci andiamo con
il tassì! " Avevamo fatto un passo in avanti e abbiamo sospirato
di
sollievo e poi abbiamo controllato
quanti soldi avevamo in quel momento;
la persona più ricca era M.
Lei è il tipo che se la prende con calma ed è sempre
coraggiosa
quindi mi appoggio completamente a lei.
Però non sapevamo quanto costasse andarci con il tassì
e come cercarlo.
Dopo cena abbiamo spiegato
alla padrona dell'albergo la nostra situazione e l'abbiamo pregata che
chiedesse a un tassista. Ha accettato
volentieri e gli ha subito telefonato ricevendo la risposta che
per ottantamila lire ci sarebbe andato,
siamo stati d'accordo senza esitazione.
Non sapevamo bene se questo prezzo fosse
caro o no, ma siamo stati contenti di poter andare a
Montalcino. E poi sperando che
anche il giorno dopo facesse bel tempo, siamo andati a letto.
continua
scritto da Signora Piano,